“CIELI NUOVI E TERRA NUOVA: CRISTO FUTURO DELL’UOMO”
(La Messa in fabbrica alla COLD CAR sabato 24 aprile)
(La Messa in fabbrica alla COLD CAR sabato 24 aprile)
Caro don Camillo,
andando a Roma per la manifestazione dei pensionati ero seduto sul treno vicino alla Dina che prende la minima e...sopravvive, anche senza fare il giro di tutte le bancarelle del mercato come le ha suggerito il Presidente Silvio: c’ha due gambe che sembrano due mortadelle a forza di stare in piedi in fabbrica!
Si parlava di lavoro e di lavoratori. Anche lei ha saputo della Messa del Vescovo in fabbrica e mi ha detto: “Perchè non ci lascia far la predica a noi, che avremmo da dire alcune cose sul lavoro di oggi e sui lavoratori?”. Te ne avevo già parlato una volta e tu mi avevi detto che le prediche sono cose da preti. E va bene. Ma io, al posto del Vescovo due o tre cose le direi perchè se non le dice Lui ai cristiani!...
La prima cosa è che da qualche anno ci hanno diviso gli uni dagli altri: vogliono spaccare il sindacato e fanno di tutto per metterci gli uni contro gli altri.
Prima con l’art.18: per fare un piacere a D’Amato ci han fatto litigare con gli altri sindacati su un problema che non esisteva; di fatti non se ne parla più. Ma in fabbrica, dovevi vedere che clima c’era.
Poi hanno abolito la concertazione: una perdita di tempo dice il “Grande Capo”. E così ti presentano la pappa già fatta: prendere o lasciare. Al massimo ti dicono che ti chiameranno al tavolo per discutere, ma ti fan già sapere che se cambi qualcosa, loro vanno avanti perchè hanno vinto le elezioni e la gente è con loro. E così hai visto? Ogni piccolo gruppo si fa i c....suoi: tutti a chiedere tutto e peggio per chi è negli anelli deboli della società. Ti lasciano a piedi i pendolari, negli aeroporti i bambini e la mamme a bivaccare come valigie. E la colpa ce la prendiamo noi che così ci incazziamo da morire e non ci parliamo più nè tra noi nè con i nostri capi. E poi magari ci sono, tra questi dei cristiani che vanno in chiesa la domenica a fare la comunione. Un mio amico prete che ha studiato sotto don Bill (ti ricordi di don Biletta del Ferrini?) mi diceva che il don gli insegnava che lui a certi cristiani che facevano la comunione, invece dell’ostia gli avrebbe messo in bocca una suola di scarpe!
E la solidarietà? La flessibilità del lavoro rende precario non solo il lavoro ma anche le amicizie: la voglia di carriera fa il resto. E allora tutti ad inseguire posti e soldi e peggio per chi non ci sta.
Ti basta per la predica? Non parliamo delle pensioni... Ma si può parlare in chiesa delle pensioni? Ci hanno persino messo contro i nostri figli, criminalizzandoci e dicendo che siamo degli egoisti che non pensano ai loro figli. Pensa te! Che a mio figlio darei la pelle... Perchè lo fanno? Il tuo Gesù Cristo ci ha divisi? E’ morto per spaccarci in tanti pezzi?
Non ci capisco più niente, altro che futuro!
Ciao
Cipputi
CARO CIPPUTI, HAI RAGIONE.......
Te lo dico sinceramente, il clima che si respira purtroppo è quello che denunci tu: per me che sono cristiano è irrespirabile! E’ vero: il tentativo di spaccare in due il paese c’è e se ci riunisce davanti a dei ragazzi morti in guerra (già la guerra!) ci si divide subito dopo in nome di “valori” che la campagna elettorale strumentalizza in modo sfacciato sulla pelle della gente. Io so che il Vescovo la pensa così: e non è il tipo da chiudergli la bocca perchè, spontaneo com’è nei rapporti con la gente lo è anche nel dire pane al pane e vino al vino, anche con rischio di sbagliare qualche volta. Ma in queste cose sono i laici cristiani che debbono qualche volta insegnare a preti e Vescovi ciò che debbono dire, lo dice un documento del Concilio!
Io non lo se utilizzerà la “tua” omelia nella Messa in fabbrica. Se lo farà te lo scriverò, visto che tu, testone, non ci vuoi venire. Ma il futuro è quello di Gesù Cristo che ti piaccia o no.
C’è nel libro della Bibbia che dovresti leggere anche tu un racconto. Te lo adatto: c’era chi voleva costruire un impero: un edificio che toccasse il cielo e imponesse un linguaggio comune a tutta la gente del mondo, annullando le diversità e le originalità. Ma il Signore girò la manopola della “radio” ed entrarono onde da tutte le parti confondendo linguaggi e parole. Non si capivano più e si dispersero. Si chiamò Babele.
Venne il “futuro”: l’uomo nuovo Gesù. A Pasqua ci regalò il suo Spirito: era fuoco. Quel gruppetto spaurito e incerto prese coraggio come scosso da una forza misteriosa. Non guardò più indietro se non per far rivivere nell’attualità l’evento celebrato nel Mistero. “Cristo è risorto ed è vivo: il mondo è nuovo e nuovi sono gli uomini” gridavano sulle piazze nelle loro lingue native, con le loro identità. Il Loro “satellite” era lo Spirito di Gesù risorto e tutti, conservando la loro personalità e cultura si sentivano nuovi e valorizzati. Nessun “pensiero unico”, anche se tutti si sentivano “un cuor solo ed un’anima sola”: diversi per arricchirsi reciprocamente, uniti nella lotta al male ed all’ingiustizia. Si chiama “Pentecoste”.
Forse anche tu, Cipputi, senza saperlo, sei entrato nel giro. Ma non ti voglio battezzare cristiano!
Lotta per un futuro diverso. Io, se lo vuoi, ti starò vicino, picchiandoti in testa se dici fesserie e accettando i tuoi rimproveri se colpisci nel segno... L’importante è crescere insieme.
Buona Pasqua. Chissà che non ti veda in fondo al salone alla COLD CAR!
Ciao
Don Camillo
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NdR: Cipputi e don Camillo erano nomi usati da don Gigi per parlare in terza persona su questioni politico-sociali in modo meno formale rispetto agli interventi ufficiali.
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