Un sacerdote appasionato

Per te, don Gigi, da un ragazzo del ‘38, durante le ferie, periodo di riposo, che riacquista lo spirito di ricerca, la vita si vive solo se si scopre.
Ci siamo incrociati la prima volta quando sono andato a Roma per ritirare il premio a un concorso catechistico e abbiamo sempre scherzato sui ‘brogli della giuria’ perché il premio doveva essere il tuo....
Cresciuti, ci siamo ritrovati tu come sacerdote, io come studente e poi come marito e papà. Hai continuato ad insegnare, appassionato di Cristo e dell’uomo. La tua voce chiara, limpida e sicura ha detto a tutti di essere attenti, perché Dio prende l’iniziativa per evidenziare la Sua sapienza.
Usa la voce di uomini poveri, emarginati, derisi, esclusi; spesso non vengono ascoltati ma hanno costanza, accettano come hai fatto tu l’invito pressante, misericordioso di Chi li ha chiamati. La Sua bontà ha toccato il culmine.
L’amore prevale perché sovrasta ogni avvenimento, la Grazia, prima come rugiada, poi come pioggia, bagna la steppa dell’indifferenza, dell’orgoglio, della presunzione, il deserto dell’egoismo.
Lo hai testimoniato con l’amicizia, la solidarietà, la disponibilità a stringere mani di chi te le tendeva, anche se parlavano un’altra lingua. La tua porta è sempre stata aperta a coloro che cercano di dare un senso alla vita. Hai saputo unire gruppi di giovani ed adulti per imparare ad ascoltare o per delle merende, durante le quali l’armonia
della gioia era accompagnata dal suono della tua fisarmonica.
Hai portato conforto e speranza a chi su un letto di dolore, in una camera di solitudine,
aveva buttato la speranza come roba vecchia e inutile. Hai parlato, pregato, sofferto con loro, portando a tutti un’immagine della Madre vestita di nero, testimoniando fino
all’ultimo che si può continuare a procedere ogni giorno con la forza che abbiamo.
Lo hai detto e lo hai fatto vedere, finendo la tua corsa lentamente, tra le case della tua gente, su un triciclo. Sul viso la calma, la sicurezza di aver percorso la strada fino alla fine, arrivando al traguardo che sempre ci hai indicato e prefigurato nelle tue omelie.

ricordo di Romano Demichelis

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