Un fondo del nome del Dongi

Settanta sacerdoti e una grande folla per l’addio a don Gavazza

Per continuare l’opera del parroco dell’Addolorata

Settanta sacerdoti, la chiesa dell’Addolorata stracolma già mezz’ora prima della funzione, due altoparlanti sul sagrato - appena liberato dai ponteggi dopo il restauro della facciata - per consentire di ascoltare la messa funebre a tutti coloro che erano rimasti fuori, nei giardini di piazza Statuto intitolati al predecessore don Pietro Palena.
Centinaia i parrocchiani in lacrime, di ogni età: tanti, rientrati appositamente dalle vacanze. Anche il vescovo, Germano Zaccheo, è apparso particolarmente scosso, provato («Anche il mio cuore sanguina: don Gigi Gavazza era uno dei collaboratori più fi dati, convinti, intelligenti»).
Fra i banchi, anche il presidente della Provincia Paolo Filippi, il sindaco Paolo Mascarino e tanti altri amministratori locali; ma, soprattutto, tanta, tantissima gente comune.
E, alla fi ne, una lunga processione di persone per toccare la bara, prima della partenza del carro funebre per il cimitero di Grazzano Badoglio.
Così, venerdì 6 agosto, l’Addolorata ha dato l’addio al suo parroco, morto all’età di 66 anni. Così un quartiere, Borgo Ala, la città, la diocesi hanno tributato l’ultimo saluto ad un sacerdote la cui prematura scomparsa lascia un vuoto rofondo nella vita i tutta la comunità monferrina.
«Il rimpianto è grande per tutti. Questa presenza di gente e di sacerdoti, quasi tutto il presbiterio della Diocesi - ha esordito il vescovo Zaccheo all’omelia - è il segno di quanto don Gigi ha costruito nella sua parrocchia e nella Chiesa. Alla Chiesa ha dedicato ogni sospiro, ogni momento, ogni colpo di intelligenza: e tanti ne aveva. Predicatore convinto e convincente, ha sofferto molto - gli è stata data la grazia di soffrire per Cristo - e l’ha fatto, in questi anni, stringendo i denti, celando le sofferenze dietro un sorriso, la grinta, la voglia di dare. Per i poveri, gli emarginati, la gente di questo quartiere che lui amava come la sua vera famiglia».
Monsignor Zaccheo ha sottolineato non solo la grande fede di don Gavazza e allo
stesso tempo il suo impegno nel sociale, nel quotidiano, che lo portavano a spendersi «giorno per giorno, ora per ora, per tutte le cause della città e del mondo: la pace, la giustizia, il lavoro, la dignità, con passione missionaria, entusiasmo per la vita pastorale, per una Chiesa capace di stare al fianco degli uomini e delle donne».
La sorella minore di don Gigi, Maria Teresa, ha ricordato la volontà di proseguire la sua opera con l’istituzione di un fondo dedicato al fratello e destinato ad aiutare giovani lavoratori, poveri e immigrati.

m.g.

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