Un contributo per una riflessione
I Cattolici e le "coalizioni"

In questo momento storico, nel nostro paese si nota un profondo disagio da parte dei cattolici che desiderano partecipare alla vita politica nella costruzione della “città dell'uomo” non limitandosi ad una opzione personale, ma anche aggregandosi in gruppi o strutture organizzate che si rifanno alla dottrina sociale della Chiesa cattolica.

1. Nel sistema bipolare che l’Italia si è data, è necessario scegliere di stare dentro ad una coalizione e mettersi in dialogo con altre forze politiche, che a loro volta si rifanno per tradizione storica o per scelta strategica a forme organizzate per ottenere il consenso dei cittadini, e che sono indifferenti alle forze organizzate di cattolici o addirittura erano in passato loro ostili.

2. A livello nazionale assistiamo alla presa di posizione dell'UDC, dentro a una coalizione di centro-destra. Ma fanno fatica anche i cattolici popolari e dialogare nella realtà dell'altro polo. A Casale poi la fatica rende difficile la partenza della giunta, che pure ha vinto le elezioni con un margine notevole.

3. Quando i cattolici puntano i piedi e rivendicano il loro posto nella coalizione, c'è un insorgere di una certa opinione pubblica che parla di voglia di rinascita della “Democrazia Cristiana”. Se lo fanno altri partiti, nessuno parla di voglia di rinascita di vecchi partiti con ideologie superate e condannate dalla storia! Perché questo pregiudizio?

4. Cos'è una “coalizione”? E nella coalizione di che cosa ci si deve preoccupare? Coalizione è l’insieme di forze politiche che alla pari, a prescindere dai “numeri”, si preoccupano di costruire un progetto di società rispettoso dei valori costituzionali e del bene comune perseguibile in questo momento storico ed in questa precisa realtà. Oppure si può intendere, seguendo vecchi schemi ideologici, utilizzare forze politiche anche piccole, ma che hanno un forte seguito nel paese per “vincere” e poi scaricarle o metterle ai margini se non servono più in nome del primato del partito. Ma questa è ancora una coalizione? I cattolici hanno dei “valori” da proporre, che si rifanno alla Costituzione ma anche al¬la dottrina sociale della Chiesa. Possono farlo in una coalizione o in un'altra.
Non intendono però, nella coalizione, servirsi di nessuno per “confessionalizzare” lo Stato.
Lo dice la grande tradizione del cattolicesimo democratico e le grandi figure di politici cattolici cui in ambedue i poli i cattolici dicono di volersi riferire.
Sono questi i valori che i cattolici portano come contributo alla stesura del programma. Non un assessorato in più o uno in meno. E desidererebbero confrontarsi con i valori delle altre forze per vedere fino a che punto - nel dialogo rispettoso e mai prevaricatore - si può costruire qualcosa che serva il bene comune della società in cui si vuole operare.

5. I cattolici sanno benissimo che il Vangelo è un'altra cosa: a Cesare si dà quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Ma sanno anche che non vogliono fare le fine degli utili idioti che svendono i valori per quattro soldi in più o una poltrona in più. Anche perché - guai se lo dimenticassero! - per un cattolico il potere è “servizio”, non un “servirsi”.

Don Gigi Gavazza
Responsabile della pastorale sociale e del lavoro

(da "La Vita Casalese" di giovedì 15 luglio 2004)

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