dalla lettera del Parroco “Sto alla porta e busso…”, aprile 1994

Il Vescovo, come l’Apostolo, continua l’opera di Gesù: guarisce, consola, difende soprattutto i piccoli e i poveri. “Vogliatevi bene come io ho voluto bene a voi”. “Anche voi, come ho fatto io, lavatevi i piedi gli uni gli altri” – dice il Signore. La nostra parrocchia vede ogni giorno aumentare il numero di chi fa fatica a vivere: i pensionati con il minimo di pensione, le persone sole, i disoccupati, le famiglie con figli handicappati, giovani in cerca di prima occupazione, un centinaio di extra-comunitari senza casa, famiglie sfrattate… Ogni mese la parrocchia spende due milioni per i poveri, ma tante volte non bastano! E c’è un male sottile purtroppo che rende difficile la carità: non siamo una “comunità solidale”. Ci sono tante divisioni, indifferenze, chiusure. L’accettazione, anche se faticosa, del “diverso da me” è molto difficile. I due “pezzi” di quartiere – Borgo Ala e Porta Milano e Nuova Casale – sono superati non solo dalla linea ferroviaria!… Il Vescovo viene per svegliare la nostra carità ed indicarci le strade da percorrere per farci diventare tra di noi “una cosa sola”.

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