dalla lettera ai giovani “FRATELLI È TEMPO DI SVEGLIARVI DAL SONNO...”, avvento 2003

Accogliere una vocazione: ma come farlo se non mi interrogo mai su che cosa il Signore vuole da me? Accogliere la conversione: ma come convertirmi se non mi sento peccatore? Accogliere la vita: ma quale vita se conosco solo il “vivere alla giornata” senza ideali o progetti impegnativi?
Non incrociare le dita per favore: ma se il Signore ti chiamassee in questi giorni, come quel giovane dello Scientifico morto sulla strada o i giovani carabinieri ammazzati in Iraq, come ti presenteresti davanti a Lui? Come ti sentiresti?
Farci queste domande imbarazzanti non vuol dire “rovinarci la festa di Natale”! Vuol dire invece aiutarci a viverla sul serio come deve essere: l’attesa del Signore che viene per cambiarmi la vita e cambiarmela per sempre. Poi c’è posto per tutte le altre cose. Le vivremo con più serietà ed impegno. Come Maria, la mamma gravida che va a Betlemme a compiere il suo dovere di cittadina, con il suo sposo... Donna seria che non spreca la sua vita: nella gioia, qualche mese prima ha appena cantato il Magnificat con la cugina Elisabetta. Frequentiamo questa gente seria se vogliamo attendere con fiducia l’“aurora”.

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