dalla lettera agli ammalati, dicembre 2003

Se, in occasione della Comunione di Natale volete ricevere anche voi il sacramento dei malati, quando vi telefonerò il giorno prima, me lo dite. Una volta lo chiamavano l’estrema unzione e lo si dava ai moribondi. Per qualcuno addirittura i parenti lo chiedevano quando il malato non capiva più: ma che senso ha ricevere un sacramento quando non si capisce più? E’ come fare una dichiarazione d’amore quando non si capisce quello che si fa. Non vale!
E’ il sacramento che aiuta a sopportare con pazienza la malattia, a guarire, se è nei progetti del Signore, a dare un senso allo scoraggiamento o alla disperazione che a volte ci prendono quando ci sentiamo impotenti davanti ai nostri limiti.
D’altronde, perché Gesù si è fatto uno di noi ed è sceso sulla terra a Natale? Non è forse perché, vincendo il peccato, voleva liberarci dalla paura della malattia e della morte e vincerle per sempre con la sua Resurrezione?
Per questo gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme la gioia dell’umanità pacificata! “Pace in terra agli uomini che Egli ama” cantano gli angeli: tu sei la persona che Gesù ama ed ha amato. Non è meraviglioso e consolante tutto ciò?
E’ questo l’augurio che vi faccio di tutto cuore nell’attesa di incontrarci.

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