dalla lettera del Parroco “Aprite le porte a Cristo…”, dicembre 1996

Oggi è morto un giovane papà di famiglia: era un ragazzo dell’oratorio, molto conosciuto in città per il suo impegno sociale e politico. Ha lasciato la sua sposa in lacrime ed i suoi tre figli. Ero senza parole: anche se il giorno prima avevo pregato con loro e Paolo aveva ricevuto il viatico e l’unzione dei malati.
Stasera mi sembra duro chiedere a quella famiglia di “aprire le porte a Cristo”. Eppure fra venti giorni è Natale anche per loro.
E il papà disoccupato che mi chiede il lavoro? O la famiglia albanese che mi chiede la casa? O i due anziani disperati che cercano un pensionato a portata della loro misera pensione? O il bambino che chiede piangendo alla mamma “perché papà se ne è andato”?
Viene Natale e mi riesce difficile scrollarmi di dosso dal cuore queste angosce. Se esco per la città, luminarie e negozi mi stordiscono. Se accendo il televisore, la pubblicità mi offre il tranquillante per dimenticare.
Ma se il mondo fosse lustrini e luminarie, panettoni e discoteche…perché il Natale ?
Un cielo squaciato. “Se tu squarciassi i cieli e scendessi…” grida il profeta Isaia nelle lettere di questi giorni. Dio che abita nei cieli non abita più lì: è entrato nelle nostre storie e nelle nostre vite. Non è facile da riconoscere: era ed è il più facile riconoscerlo se stava lassù! Almeno avremmo potuto bestemmiarlo o accusarlo di tutti i mali che succedono. Ma il cielo è squarciato: “Dio è fra noi” – la sua tenda, tra le nostre tende.
Chi lo riconoscerà? E se lo riconosceremo, lo farò entrare o mi fa paura? Ho paura che mi tolga la libertà – ho paura che mi rubi la gioia – ho paura che dica la verità sulla mia vita, sui miei affetti, sui miei affari.
Ed ecco che continuo anche quest’anno a dire che “per Lui a casa mia non c’è ancora posto”
Non abbiate paura. Vorrei invece che finalmente lo accogliessimo nella nostra vita. È scomodo, come l’amore, ma riempie il cuore e da senso alla vita. Forse ti propone la croce, ma per renderti libero.
Se Lo accogli, tutte le lacrime e le sofferenze che ho elencato all’inizio della lettera troveranno una risposta: perché in quelle lacrime e in quelle sofferenze era Lui che ti chiedeva ospitalità

0 commenti: